martedì 1 novembre 2011

Cinico disincanto

La vista si confonde riversando
in un calice già colmo di alcool
qualunque tentativo di pensiero.
 
Un pettine impigliato tra i nodi
di un manto notturno, le luci
strozzano un liquido passaggio
nelle salde fessure della sera.
 
Stasera voglio sputare il mio livore,
energia ad alta tensione
che rifletta le stelle eclissate
dall’impudicizia in buon costume.
Stasera la rabbia e l’inquietudine
le annego e le riverso sugli astri
da far colare giù, sul capo di chi bieco
se ne serve come cenere al vento.
Magari quell’acido corroda il guizzo
tanto da strinare la cura del ributtante bacino.
 
Dovrei essere più cinica
lo dicono tutti, il disincanto
dovrà fare il suo corso.