domenica 30 ottobre 2011

Sotto la pensilina


Perché non guardi
come fumano violenti 
inesorabili i camini?
Hai forse smesso di respirare? 


Eppure sei stata brava a fuggire
ricoprirti di inutile
un inutile non tuo. 


Brrr qui fa freddo!
e tu ti ostini ad andare in giro
con velluto sulle spalle
e cotone ai piedi.

Il peso del mondo

Ma poi si ritorna
ad amare quello specchio.
Ogni suo prezioso frammento
è uno sguardo che rapisce.

Il peso del mondo è negli occhi,
non solo incrociati per caso.

Ogni parola freme
e scorre sotto la pelle,
vive e trasogna il corpo
ad ogni schiudersi di labbra.

In un infrangersi senza regole
fra pareti e spazi aperti,
si rivela un sentire sapido e denso
e si saggia con lentezza
la languida attesa del tacito arrivo.

venerdì 28 ottobre 2011

Contattiattratti

Oggi lascio un altro paio di pezzetti poetici su questa pagina. Con l'augurio che possiate gustarli.
Forse sto imparando a  sfruttare meglio questo mezzo. E' uno spazio tutto mio non invasivo, nè invadente, dove però bisogna cercare la comunicazione con l'esterno. Insomma sto cercando d'intenderlo non solo come vetrina, ma come espressione. E per adesso me gusta!

Lasciami indocile e fiera

Il vento bussa sempre
a chiedere compagnia
e non è da solo.
ma non ho voglia oggi.
Oggi, ho gli occhi secchi.

Voglio bere l’assenza
sputarla in un foulard di seta
e lanciarla fuori a squarciare
la troppa aria ingorda
di sudice parole.

Lasciami indocile e fiera
ancora un altro po’.
Verrà la neve stasera
e col suo manto
la furia s’addormenterà
col soffio di un quieto sorriso
e d’un caldo bicchier di vino.

Indossai l'abito di ciniglia e lana

Che non avevo pane nei giorni di sole?
Ora stretta nella morsa di monti e pioggia
imparo ad eclissare plastici e mondi,
a tagliare manti con le rette ricurve
alla pressione insostenibile del vuoto.

La mia forza non cresce nel labile,
i cieli di cemento mi fanno arrampicare
con fare scimmiesco alla ricerca inutile
di un nonsochè di perso o mai avuto.

Non scorderò lo sguardo di quell’uomo
pieno di dignità e d’amore per questa vita,
i suoi occhi m’insegnavano la passione,
la fierezza straziante del sognare.

Poi venne il giorno in cui quello scrigno rosso
col sangue mi scrisse di essere donna,
in corsivo aggiunse lettera dopo lettera
l’ arte dimessa del pazientare.
Indossai l’abito di ciniglia e lana in silenzioso
pressante amore per la vita di là da venire.

E lessi in giro su riviste innovative
e vecchi libri su scaffali storti
dal peso della polvere,
di squarci che non smettevano
di chiudersi e riapriarsi
secondo i più intimi desideri.

Ripresi in segreto il dolore dei miei sogni
amando in silenzio la tua figura,
aspettavo di descriverne un volto.
Ma non volermene, non riesco a smettere
di disegnarne i dettagli.

giovedì 27 ottobre 2011

Le mie fate

Le mie fate sono vecchie pazze ubriache
che mendicano parole volgari - immacolate
e si sentono condannate a mostrarsi
sulla terra, snaturate da bonzi
con una penna in testa che ridacchia
per un colpo in canna inceppato.


Le mie fate mi vengono a cercare
quando hanno bisogno d’urlare
negli spazi impersonali d’ognuno.
Dove in prima fila sta fermo e osserva
la confusione sorda del vuoto.


E sono stanche di appagare
le mie più misere ore
e non mi aspettano,
non dimenticano
di essere immagini di ieri tra le mie mani,
sanno che quel sono nei miei santi pregati.


Le mie fate sono streghe vicine al rogo
dell’inquisizione globale.
Personaggi dai fusi profili
fino a paragonarsi
assomigliarsi
sfocarsi
disperdersi
nella pace delle sirene.


Sulla riva le mie fate
avranno un pugno di conchiglie
con cui giocare e un letto di sabbia
per riposare nella terra del sonno.



mercoledì 26 ottobre 2011

Sospiri d'autunno

Per le strade le gocce
sono elfi satirici
che schizzano beffardi
sulle giacche di anime distratte.

E intanto i poeti
giocano a scambiare
ogni goccia di pioggia
in lacrime d’amore
o pallide urine
di dei tristi e incontinenti.

Un uomo dagl’occhi umidi
seduto tra le nuvole, sfiora
i capelli del suo amore
che tarda ad arrivare.

Come un bambino inventa
il volo dell'aquilone
sul suo quaderno
durante la ricreazione.

Ma i fiori son sani
se stanno sulla terra
e se sugl’alberi
accarezzano le foglie
prima che il vento offra
il dolce preludio al riposo.
Finalmente ho creato un bel blog.